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Checchinato: Viadana e Treviso ok, la Celtic non si inventa

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Postato: Monday November 2nd @ 2:14PM CET
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L'eco dell'ultimo Consiglio federale, che ha sancito il passaggio della Benetton Treviso in Celtic League assieme agli Aironi del Po, è giunta con forza anche nella pace della Borghesiana, sede del raduno azzurro in vista dei test match contro All Blacks, Springboks e Samoa.

Al team manager Carlo Checchinato, dunque, il compito di analizzare questo delicato, cruciale passaggio che investirà tutto il movimento. "Un passaggio - il commento del dirigente azzurro - di sicuro necessario per chiudere con il rugby semiprofessionistico, cui il nostro campionato ci ha abituato, e abbracciare quello professionistico.
Pertanto sono favorevole a questa svolta e fiducioso, perché il modo di gestire in maniera più ragionata i nostri migliori giocatori sarà un beneficio per tutti".

Crescita, eppure con il solo coinvolgimento di Veneto, Friuli, Lombardia ed Emilia Romagna in Celtic c'è il rischio (anzi, la certezza) di perdere per strada il Centro Sud del Paese.
Checchinato ammette che "l'ideale sarebbe stato avere tre franchigie per garantire così equilibrio. In estate c'è stato grande lavoro in tal senso.
Personalmente ritengo che, per creare una netta separazione tra rugby di base e rugby pro', la condizione necessaria fosse quella di avere le spalle coperte dal punto di vista finanziario e organizzativo e credo che le due realtà più di altre pronte a compiere il passo in Celtic siano Viadana e Treviso, con gli allargamenti territoriali del caso.

Non è detto, infatti, che avendo sin da subito le risorse economiche disponibili tu con queste possa comprare un programma e un'organizzazione. Ci vuole tempo per costruirle".


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