Una gita da mediano
di Matteo Mazzantini
E' tribuna, ma sono testardo, ricomincerò
Canberra, venerdì 24 ottobre 2003
Quella che "il buon giorno si vede dal mattino" è una gran balla.
Mi svegliano alle 9, toc-toc alla porta, chi è, c'è qualcosa per lei, per lei cioè per me,
qui, strano, apro ed è un mazzo di nove rose rosse, nove come il numero del mediano di mischia.
E' il mio compleanno, e quello è il regalo della mia fidanzata Elisa, e viene dall'Italia.
Anche se le rose, a occhio e a naso, hanno l'aria di essere australiane.
Bello pimpante, faccio colazione e vado alla riunione, quando incrocio Kirwan.
Che mi fa: "Ti devo parlare".
Non ce ne sarebbe stato bisogno: avevo già capito tutto.
Invece lo lascio parlare, anche per cercare di assorbire meglio il colpo.
E di quelle parole, ascoltate come se fossi in coma vigile, ricordo qualcosa tipo "non è una bocciatura",
"è solo una scelta", "in base alla squadra che affrontiamo".
Ci sono rimasto da cani, mi sono sentito malissimo, e sono ancora a terra.
Però sono più testardo io di loro, ho ricominciato tante volte, ho già ricominciato adesso.
Brad Johnstone, che ci allenava prima di Kirwan, continuava a dirmi "sei fortissimo",
poi un giorno si dimenticò di me, forse aveva perso il mio numero di telefono o l'indirizzo.
E con Kirwan era già successo di essere lasciato a casa.
Ho cercato di sfogarmi come potevo: un bell'allenamento atletico, dandoci dentro, fino all'ultima energia,
poi mi sono regalato un cd.
Mi hanno fatto piacere tutti i compagni che mi hanno detto un "dai", "su" o "fanculo",
e quelli che mi hanno dato una pacca sulle spalle, anche se una pacca data da Castrogiovanni
o Perugini rischia di procurarti come minimo una sublussazione.
Per l'occasione Persico ha rinunciato al classico "ciao amico" per dedicarmi un "mi dispiace".
Il barone Lo Cicero mi ha ordinato "non mollare": siccome è il mio compagno di stanza, forse non si riferiva solo all'aspetto morale.
Ma sì, mi dispiace, da matti, però mi dico che non è la fine del mondo, anche se non so esattamente come prenderla.
Invece sono contento per Mauro Bergamasco, che va in panchina e poi forse sarà in campo.
C'è un bel cielo, il sole splende, e fa pure caldo.
Domani allora andrò allo stadio con gli altri esclusi più Zullo, Zaffiri e Moretti,
che stanno in un appartamento a Sydney trovato da Mark Giacheri, ma che per le partite vengono qui.
Tribuna. E' un punto di vista.
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