Una gita da mediano
di Matteo Mazzantini
Vittoria storica: abbiamo giocato con l'omino
Canberra, martedì 21 ottobre 2003
Allora: Italia-Canada.
Cinque minuti prima di entrare in campo, Troncon va dal medico: "Fammi una puntura".
Un mal di schiena di quelli che costringerebbe una persona normale a 15 giorni di malattia.
Kirwan mi dice: "Tienti pronto".
Faccio riscaldamento con la squadra, poi riappare Troncon, allora mi rivesto e vado in panchina.
Agitatissimo.
Tanto che alla fine del primo tempo (9-6 per noi) ho consumato così tante energie nervose che ho una gran fame
, e mangio due banane.
Intanto Troncon non ce la fa: mi scaldo di nuovo, e le due banane, con il freddo che fa
fuori, mi si bloccano lì in pancia, e fatico a digerirle.
I primi 20 minuti bene, anche perché 10 li giochiamo in superiorità numerica.
Andiamo in meta, e un po' di merito è anche mio.
Esce il pallone dalla loro parte, io ci metto un piede, lo sporco, non il piede, ma il pallone.
Lo confesso: fare casino è la cosa che mi riesce meglio.
In quell'azione recuperiamo il pallone, e alla fine Parisse sfonda e schiaccia.
Poi si diffonde un panico collettivo, contagioso, prende De Rossi, poi Canale, poi anche me.
Nel mio bilancio devo mettere due calci di merda, un calcio scivolato e due brutti passaggi a Wakarua.
E' che il terreno era duro, e non si potevano usare i tacchetti lunghi, però poco prima dell'inizio della
partita c'era stato uno scroscio di pioggia, ed ecco perché il pallone sembrava una saponetta. Ma non lo era.
Il pallone scivolava perché eravamo nervosi.
Finisce 19-14 per noi, e fanculo a tutto. Una soddisfazione enorme.
Mai si erano vinte due partite in un Mondiale, e sabato con il Galles sarà una di quelle partite
che qui chiamano "do or die". La partita della vita.
Adesso contiamo i feriti: Mirco Bergamasco è all'ospedale con uno zigomo scheggiato, Troncon ha la schiena k.o,
Bortolami una sublussazione alla spalla, Masi una botta alla cresta iliaca dolorosissima.
Chi faceva più impressione era Aaron Persico: deve aver dato una nasata a un bisonte canadese, così che a un certo punto
lo guardo e gli vedo su un cerottino, l'azione dopo ha su un cerotto, un'altra azione e ha su un
cerottone, sta fuori 5 minuti e quando torna ha una banda che parte dal naso e arriva alla nuca, alla fine
torna a un cerottone sotto il quale, forse, c'era il resto del suo naso.
Alla fine sono stato sorteggiato (no, non è vero: mi hanno richiesto!) per la conferenza stampa.
Poi le domande le hanno fatte tutte a Checchinato e Parisse, e a me solo una: "Come hai fatto a placcare
l'estremo?".
E come voleva che facessi: "Ho corso e l'ho preso".
Spero di essere stato di aiuto al giornalista.
E vabbe'. In un'altra occasione avremmo perso, invece stavolta abbiamo un sorriso
da pubblicità di biancheria intima (lo so, non ve ne siete mai accorti, ma quelle signorine hanno denti
bianchissimi).
La verità è che abbiamo fatto tanti errori, ma abbiamo giocato con l'omino.
indietro